INTERVISTATO DA DANIELA CECCHINI PER STREET NEWS.IT
13 ottobre 2018
Recentemente pubblicato, il nuovo libro Fare come in Russia”(Red Star Press Hellnation Libri, 2018) dello scrittore Andrea Genovali, sta riscuotendo un lusinghiero successo. Un saggio storico che coinvolge per la tematica sociale e politica che, dopo quasi un secolo, è stata portata alla luce. I fatti storici narrati risalgono al lontano 2 maggio 1920, in un momento di forti disagi sociali, dovuti sostanzialmente agli elevati livelli di disoccupazione e al caro-vita, esiti della I guerra Mondiale, dalla quale l’Italia uscì vincitrice, ma pagando lo scotto di una situazione socio-economica al collasso.
clicca sotto per continuare a leggere
www.streetnews.it/il-libro-storico-di-andrea-genovali-fare-come-in-russia/
13 ottobre 2018
Recentemente pubblicato, il nuovo libro Fare come in Russia”(Red Star Press Hellnation Libri, 2018) dello scrittore Andrea Genovali, sta riscuotendo un lusinghiero successo. Un saggio storico che coinvolge per la tematica sociale e politica che, dopo quasi un secolo, è stata portata alla luce. I fatti storici narrati risalgono al lontano 2 maggio 1920, in un momento di forti disagi sociali, dovuti sostanzialmente agli elevati livelli di disoccupazione e al caro-vita, esiti della I guerra Mondiale, dalla quale l’Italia uscì vincitrice, ma pagando lo scotto di una situazione socio-economica al collasso.
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La recensione di: Minuto Settantotto
SCAFFALE 78 #101
"Fare come in Russia" di Andrea Genovali,
Red Star Press - Hellnation Libri
Furono solo un pugno di giorni, dal due al cinque di maggio del 1920, quelli della Repubblica Viareggina.
Furono conclusi dal Regio Esercito tutto sommato con poco clamore e subito rimossi, sopiti da una coltre di silenzio.
Iniziarono a margine di un'accesissima partita di calcio tra Viareggio e Lucchese, quando il carabiniere De Carli ferì a morte l'arbitro viareggino, per l'occasione guardalinee, Augusto Morganti. Da lì i primi tumulti, il corteo spontaneo fin sotto la caserma dei carabinieri per farsi consegnare l'omicida. Poi il breve tentativo di costruire una comunità socialista, di fare come in Russia.
Il prima, il durante ed il dopo ce li racconta puntualmente Andrea Genovali, che prende in carico la responsabilità di rimuovere la rimozione e di far riemergere dall'oblio quelle poche giornate ingenue e coraggiose e i loro protagonisti. A nostro parere ci riesce bene.
La bella recensione di Giuseppe Ranieri su Sport Popolare, che ringrazio:
Con la doverosa eccezione dei feticisti del tifo da stadio (come il sottoscritto) e di qualche appassionato dell’Italia dei Comuni, la rivalità tra Viareggio e Lucca è pressoché sconosciuta ai più, appiattita come la stragrande maggioranza delle dispute toscane su quella che probabilmente è la più sentita rivalità campanilistica del nostro paese, quella tra Pisa e Livorno.
Eppure, è proprio a un incontro di calcio tra le squadre delle due città che nei primi giorni del maggio del 1920, non solo si verifica la prima morte violenta su un campo da calcio della nostra penisola, ma soprattutto un tentativo rivoluzionario che poteva contare sulla suggestione di quanto accaduto pochi anni prima in Russia e di quanto si stava sviluppando, pur con fortuna diametralmente opposta all’ottobre russo, nell’Ungheria sovietica di Bela Kun e in Baviera.
per continuare a leggere clicca qui sotto
www.sportpopolare.it/index.php?option=com_content&view=article&id=391:non-e-una-semplice-partita-di-calcio&catid=18&Itemid=126
La recensione sulle pagine di SPORT de: Alto Adige e Trentino"
www.facebook.com/photo.php?fbid=10215099635517470&set=a.1597172142397&type=3&theater
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Sembrava solo una partita di calcio... invece era l’incontro tra lo Sporting Viareggio e la Lucchese, non un “semplice” incontro sportivo, dunque, ma l’evocazione di una sfida che, da sempre, nell’immaginario dei partecipanti, opponeva la borghesia del capoluogo agli operai della provincia, trasportando il tema del pallone dal campo da gioco al terreno della lotta di classe. Accadde così, il 2 maggio del 1920, a Viareggio, che l’intera formazione della Lucchese fu costretta a fuggire per i campi per sottrarsi alla folla inferocita. Ma non solo. Dopo che un carabiniere aprì il fuoco e uccise un viareggino, la storia accelerò il suo passo e, sostenendosi sulle solide tradizioni anarchiche e socialiste dei lavoratori marittimi e portuali, chiamò il popolo alla lotta, ricordando come fosse giunta anche in Italia l’ora di «fare come in Russia», vale a dire sovvertire a beneficio dei molti tutto ciò che allo stato delle cose presente esisteva soltanto a favore di pochi. Si dipanano così le brevi ma intense giornate della Repubblica viareggina: un’insurrezione popolare che anticipa le future repubbliche partigiane e a cui Andrea Genovali rende il giusto tributo storiografico, scrivendo una pagina inedita in quello che resta il percorso di lunga durata della guerra civile italiana.
Prefazione: prof. Alexander Hobel - Universita Federico II° Napoli
Introduzione: Franco Pulzone
Nella foto in alto il primo da destra è Augusto Morganti, il guardialinee della partita che venne assassinato da un carabiniere. La foto è del 2 maggio 1920. La sua ultima partita.
SCAFFALE 78 #101
"Fare come in Russia" di Andrea Genovali,
Red Star Press - Hellnation Libri
Furono solo un pugno di giorni, dal due al cinque di maggio del 1920, quelli della Repubblica Viareggina.
Furono conclusi dal Regio Esercito tutto sommato con poco clamore e subito rimossi, sopiti da una coltre di silenzio.
Iniziarono a margine di un'accesissima partita di calcio tra Viareggio e Lucchese, quando il carabiniere De Carli ferì a morte l'arbitro viareggino, per l'occasione guardalinee, Augusto Morganti. Da lì i primi tumulti, il corteo spontaneo fin sotto la caserma dei carabinieri per farsi consegnare l'omicida. Poi il breve tentativo di costruire una comunità socialista, di fare come in Russia.
Il prima, il durante ed il dopo ce li racconta puntualmente Andrea Genovali, che prende in carico la responsabilità di rimuovere la rimozione e di far riemergere dall'oblio quelle poche giornate ingenue e coraggiose e i loro protagonisti. A nostro parere ci riesce bene.
La bella recensione di Giuseppe Ranieri su Sport Popolare, che ringrazio:
Con la doverosa eccezione dei feticisti del tifo da stadio (come il sottoscritto) e di qualche appassionato dell’Italia dei Comuni, la rivalità tra Viareggio e Lucca è pressoché sconosciuta ai più, appiattita come la stragrande maggioranza delle dispute toscane su quella che probabilmente è la più sentita rivalità campanilistica del nostro paese, quella tra Pisa e Livorno.
Eppure, è proprio a un incontro di calcio tra le squadre delle due città che nei primi giorni del maggio del 1920, non solo si verifica la prima morte violenta su un campo da calcio della nostra penisola, ma soprattutto un tentativo rivoluzionario che poteva contare sulla suggestione di quanto accaduto pochi anni prima in Russia e di quanto si stava sviluppando, pur con fortuna diametralmente opposta all’ottobre russo, nell’Ungheria sovietica di Bela Kun e in Baviera.
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La recensione sulle pagine di SPORT de: Alto Adige e Trentino"
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Sembrava solo una partita di calcio... invece era l’incontro tra lo Sporting Viareggio e la Lucchese, non un “semplice” incontro sportivo, dunque, ma l’evocazione di una sfida che, da sempre, nell’immaginario dei partecipanti, opponeva la borghesia del capoluogo agli operai della provincia, trasportando il tema del pallone dal campo da gioco al terreno della lotta di classe. Accadde così, il 2 maggio del 1920, a Viareggio, che l’intera formazione della Lucchese fu costretta a fuggire per i campi per sottrarsi alla folla inferocita. Ma non solo. Dopo che un carabiniere aprì il fuoco e uccise un viareggino, la storia accelerò il suo passo e, sostenendosi sulle solide tradizioni anarchiche e socialiste dei lavoratori marittimi e portuali, chiamò il popolo alla lotta, ricordando come fosse giunta anche in Italia l’ora di «fare come in Russia», vale a dire sovvertire a beneficio dei molti tutto ciò che allo stato delle cose presente esisteva soltanto a favore di pochi. Si dipanano così le brevi ma intense giornate della Repubblica viareggina: un’insurrezione popolare che anticipa le future repubbliche partigiane e a cui Andrea Genovali rende il giusto tributo storiografico, scrivendo una pagina inedita in quello che resta il percorso di lunga durata della guerra civile italiana.
Prefazione: prof. Alexander Hobel - Universita Federico II° Napoli
Introduzione: Franco Pulzone
Nella foto in alto il primo da destra è Augusto Morganti, il guardialinee della partita che venne assassinato da un carabiniere. La foto è del 2 maggio 1920. La sua ultima partita.