La domenica del 2 maggio 1920 si svolse l’incontro tra lo Sporting Viareggio e la Lucchese. Un derby calcistico “sentito” da entrambe le città. All'andata ci fu una rissa e questo creò un clima di tensione ancor più forte. Accadde così, il 2 maggio del 1920, a Viareggio, l’intera formazione della Lucchese e i pochi sostenitori al seguito e l'arbitro furono costretti a fuggire per i campi per sottrarsi alla folla inferocita.
Quando la rissa fu terminata e nei pressi del campo sportivo rimanevano solo poche persone, un gruppo di carabinieri, chiamati di gran corsa dalla caserma, arriva a Villa Rigutti. Uno di essi, Natale De Carli, senza motivo sparò un colpo di rivoltella al guardialinee della partita di parte viareggina Augusto Morganti, uccidendolo quasi sul colpo. Esplose la rivolta che covava sotto la cenere del popolo viareggino da molti anni. Anni di guerra, fame, lutti , disoccupazione, mancanza di denaro, di una casa. Fu la scintilla che fece detonare la bomba sociale. Anche in Italia era l’ora di «fare come in Russia», vale a dire sovvertire a beneficio dei molti tutto ciò che allo stato delle cose presente esisteva soltanto a favore di pochi. Si dipanano così le brevi ma intense giornate della Repubblica viareggina di cui Andrea Genovali rende il giusto tributo storiografico, scrivendo una pagina inedita in quello che resta il percorso di lunga durata della guerra civile italiana. |
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